Tombamento/cementazioni pozzi in disuso, applicando le direttive regionali
Il proprietario di un fondo o chi sia legittimato in base ad un titolo all’utilizzo del fondo può liberamente estrarre e utilizzare le acque sotterranee ivi presenti, mediante un pozzo od altre opere di presa (nel caso delle sorgenti) per destinarle all’uso domestico. Chi intende esercitare prelievo e utilizzazione di acqua pubblica per uso domestico deve presentare una comunicazione alla SAC di Arpae competente per territorio, Unità Gestione Demanio Idrico in cui sono ubicate le opere di prelievo.
Non sono considerati “uso domestico” tutti gli usi in cui l’acqua viene utilizzata per un’attività economico-produttiva. Per tutti questi usi dovrà essere presentata domanda di concessione.
Nella comunicazione sono riportati i dati personali, le precise motivazioni del prelievo ad uso domestico ed altre informazioni congrue con la tipologia dell’uso che si intende attuare che possono permettere alla SAC di verificare che si tratta di un effettivo uso domestico. Dovrà inoltre essere indicata la data presunta di inizio dei lavori, e, qualora risultino necessari, il nulla osta ai fini idraulici e l’autorizzazione nei riguardi del vincolo idrogeologico.
La SAC ha la facoltà di imporre prescrizioni ovvero di richiedere presentazione di domanda di concessione nel caso che non riconosca un utilizzo del prelievo ai fini domestici. Una volta effettuati i lavori, dovrà essere prodotta dall’utente (o dal perforatore per suo conto) e indirizzata ala SAC territorialmente competente, quale completamento alla comunicazione, una scheda descrittiva delle opere realizzate (nel caso si sia provveduto alla perforazione di un pozzo occorrerà inoltrare la “scheda pozzo” contenente tutti i relativi dati tecnici). Sono da considerarsi utilizzi ad uso domestico e non necessitano di autorizzazione o concessione tutti i seguenti utilizzi:
A. l’estrazione e l’utilizzazione da parte del proprietario del fondo di acque sotterranee, ivi comprese le sorgenti, destinate all’uso domestico;
B. la raccolta di acqua piovana in invasi e cisterne al servizio di fondi agricoli o di singoli edifici.
All’“uso domestico” sono riconducibili solo ed esclusivamente i seguenti fabbisogni del proprietario del terreno e del suo nucleo familiare escludendo qualsiasi attività tesa alla commercializzazione:
01. consumo potabile (in assenza di una rete acquedottistica);
02. consumo per uso igienici e assimilati a servizio della propria abitazione;
03. annaffiamento di giardini e orti (le superfici adibite a verde devono far parte dell’abitazione del proprietario del terreno su cui esiste il pozzo o delle parti comuni del condominio; nel caso di annaffiamento di coltura orticola, va esclusa tassativamente una eventuale commercializzazione dei prodotti);
04. abbeveraggio animali da cortile e/o bestiame (si ribadisce che gli animali allevati devono essere solo ed esclusivamente destinati a soddisfare le esigenze del proprietario del terreno su cui esiste il pozzo e quelle del suo nucleo familiare, escludendo qualsiasi attività tesa alla commercializzazione).